Decreto Case Green EPBD 2024: adeguamenti obbligatori e opportunità per i professionisti tecnici

Decreto Case Green EPBD 2024: adeguamenti obbligatori e opportunità per i professionisti tecnici

La Direttiva (UE) 2024/1275 “Case Green” rappresenta un punto di svolta nella transizione ecologica del settore edilizio europeo. Entrata in vigore il 28 maggio 2024, sta ridefinendo il panorama professionale creando opportunità concrete per professionisti qualificati.

Il quadro normativo: obiettivi e scadenze

La direttiva fa parte del pacchetto “Fit for 55” e mira a ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni rispetto al 1990, per raggiungere emissioni zero entro il 2050. L’Italia ha tempo fino al 29 maggio 2026 per il recepimento nazionale.

Target vincolanti per il patrimonio edilizio

  • Edifici residenziali: riduzione consumi energia primaria del 16% entro 2030 e 20-22% entro 2035
  • Edifici non residenziali: 16% conformi ai nuovi requisiti entro 2030, 26% entro 2033
  • Nuove costruzioni: edifici pubblici a zero emissioni dal 2028, tutti dal 2030
  • Combustibili fossili: eliminazione caldaie entro 2040, stop incentivi dal 2025

Edifici a zero emissioni: definizione tecnica

Un edificio a emissioni zero secondo la direttiva deve possedere:

  • Fabbisogno energetico pari a zero o molto vicino allo zero
  • Zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili
  • Quantitativo pari a zero o molto basso di emissioni operative di gas a effetto serra
  • Valutazione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) nel corso del ciclo di vita

Il nuovo sistema di certificazione energetica

La direttiva introduce una nuova scala armonizzata A-G valida in tutta l’UE, dove la classe A indica edifici a zero emissioni. Il nuovo APE deve contenere obbligatoriamente:

  • Classe di prestazione energetica
  • Consumi annui di energia primaria e finale
  • Percentuale di energia rinnovabile prodotta in loco
  • Emissioni operative di gas a effetto serra

Passaporti di ristrutturazione

Novità assoluta sono i documenti digitali che forniscono un percorso personalizzato per interventi successivi sull’immobile, fino al raggiungimento della neutralità energetica. Questi strumenti guideranno proprietari e tecnici nella pianificazione degli interventi.

Requisiti tecnici obbligatori

La direttiva introduce specifici obblighi tecnici che rappresentano un salto qualitativo nell’approccio alla sostenibilità edilizia. L’installazione di impianti solari diventa obbligatoria in numerosi contesti, segnando la fine dell’era in cui le energie rinnovabili erano considerate opzionali.

Impianti solari: dalla scelta all’obbligo

Gli impianti fotovoltaici e solari termici diventano obbligatori per tutti gli edifici pubblici con superficie superiore a 2.000 metri quadrati, estendendosi anche agli edifici non residenziali oltre i 500 metri quadrati quando sottoposti a ristrutturazione importante. La norma si applica inoltre a tutte le nuove costruzioni, sia residenziali che non residenziali, rendendo di fatto l’autosufficienza energetica un prerequisito progettuale.

Questa trasformazione richiede ai professionisti una conoscenza approfondita delle tecnologie solari e delle loro modalità di integrazione architettonica, aprendo nuove opportunità di specializzazione nel settore.

Sistemi BACS: l’automazione diventa standard

I Building Automation and Control Systems rappresentano un’altra innovazione obbligatoria per gli edifici non residenziali con potenza degli impianti di climatizzazione superiore a 290 kW. Questi sistemi devono integrare controlli automatici dell’illuminazione con capacità di rilevamento dell’occupazione degli spazi, ottimizzando i consumi energetici in tempo reale.

L’implementazione dei BACS richiede competenze multidisciplinari che spaziano dall’impiantistica tradizionale all’informatica applicata, creando un nuovo profilo professionale ibrido sempre più richiesto dal mercato.

L’impatto sul patrimonio edilizio italiano

Il nostro paese si trova di fronte a una sfida di proporzioni considerevoli ma non impossibili. I dati ufficiali raccolti da ENEA, ISTAT e ISPRA dipingono un quadro chiaro: il 74,1% del patrimonio residenziale italiano è stato realizzato prima dell’introduzione delle normative sul risparmio energetico, il che significa che la maggior parte dei nostri edifici necessita di interventi di riqualificazione.

Su un totale di 12,2 milioni di edifici residenziali, circa 9 milioni si collocano nelle classi energetiche più basse (E, F e G), mentre nel settore non residenziale la situazione è leggermente migliore ma comunque critica: 743.000 edifici su 1,35 milioni totali ricadono nelle classi energivore.

Tuttavia, l’Italia può contare su un vantaggio competitivo importante: grazie agli interventi di efficientamento realizzati principalmente attraverso il Superbonus e altri incentivi edilizi, il paese ha già conseguito una riduzione dei consumi del 9,1% rispetto al target del 16% previsto per il 2030. Manca quindi solo il 6,9% per centrare gli obiettivi europei, una distanza che appare decisamente colmabile.

Le nuove opportunità per i certificatori energetici

Il mercato della certificazione energetica sta vivendo una trasformazione epocale che promette di durare almeno fino al 2050. La domanda di professionisti qualificati crescerà esponenzialmente, ma con essa anche il livello di competenze richieste e le responsabilità associate.

Nuove specializzazioni emergenti

La direttiva crea domanda per competenze altamente specializzate che fino a pochi anni fa erano quasi sconosciute. Il calcolo del potenziale di riscaldamento globale (GWP) nel corso del ciclo di vita degli edifici diventa un requisito obbligatorio, aprendo un campo di specializzazione completamente nuovo. Parallelamente, la progettazione e gestione dei sistemi BACS richiede competenze che integrano la tradizionale impiantistica con le moderne tecnologie digitali.

I passaporti di ristrutturazione digitali rappresentano un’altra frontiera professionale: questi strumenti, che dovranno accompagnare ogni edificio nel suo percorso verso la neutralità energetica, richiedono competenze nella pianificazione a lungo termine e nell’uso di piattaforme digitali evolute.

Responsabilità professionali e regime sanzionatorio

La crescita delle opportunità si accompagna inevitabilmente a un incremento delle responsabilità. Il legislatore ha previsto un regime sanzionatorio severo per garantire la qualità e l’affidabilità delle certificazioni energetiche, considerando che da queste dipendono decisioni economiche importanti e l’efficacia delle politiche di decarbonizzazione.

Le sanzioni amministrative prevedono multe pari al 70% della parcella calcolata secondo le tariffe professionali, accompagnate dalla sospensione dall’ordine o collegio di appartenenza. Sul piano civile, i certificatori rispondono del risarcimento dei danni causati da negligenza o errori di calcolo. Nel caso più grave di falsità ideologica, la legge prevede sanzioni penali con reclusione fino a un anno.

Questo quadro normativo sottolinea come la professione del certificatore energetico sia diventata una vera e propria specializzazione tecnica, con standard qualitativi elevati e responsabilità paragonabili a quelle di altri settori professionali ad alta specializzazione.

Posizionamento strategico sul mercato

Per cogliere appieno le opportunità emergenti, i professionisti devono sviluppare una visione multidisciplinare che integri competenze energetiche, impiantistiche e normative. L’investimento in tecnologie digitali per la gestione dei passaporti di ristrutturazione rappresenta un fattore differenziante importante, così come la creazione di partnership strategiche con installatori specializzati, produttori di tecnologie innovative e software house.

La specializzazione in settori ad alta domanda come l’edilizia pubblica e gli edifici storici vincolati può offrire vantaggi competitivi significativi, considerando che questi segmenti richiedono competenze specifiche e presentano barriere all’ingresso più elevate per la concorrenza.

Conclusioni: verso la neutralità climatica 2050

La Direttiva Case Green EPBD 2024 è il blueprint per la transizione energetica del settore edilizio europeo. Per i professionisti tecnici italiani genera opportunità concrete di crescita professionale ed economica, a patto di investire in formazione e aggiornamento competenze.

Chi saprà specializzarsi nelle nuove competenze richieste si posizionerà strategicamente in un mercato destinato a crescere significativamente verso l’obiettivo neutralità climatica 2050.


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